sabato 17 ottobre 2015

Promotori REDOMUS: sinergie professionali e lavorative...


Intervista a Mari Lobaccaro (Remax Empower).

Lobaccaro (Remax): “Ecco dove investire a Milano”

Mari Lobaccaro, una delle broker top di Milano nel campo immobiliare, racconta dove fare affari nella metropoli: “Ecco dove investire i propri soldi”. L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

 
 
L’ufficio di Mari Lobaccaro è in piazza 24 Maggio, e affaccia direttamente sul grande albero al quale Cattelan appese provocatoriamente dei manichini di bambini. A sinistra, la grande Darsena ristrutturata. “Bellissimo, vero? A questi luoghi sono legata non solo per un interesse professionale, ma anche dal punto di vista personale”, spiega Mariolina “Mari” Lobaccaro, broker della ReMax, una delle realtà più grandi a livello di vendita di immobili. Affaritaliani.it Milano l’ha incontrata per capire in che condizioni è davvero una città che su più giornali viene definita “the place to be”. Ma sarà davvero così?
“Se è veramente il the place to be? Secondo quel che è il mio modesto parere Milano ha risentito del rallentamento del mercato italiano. Ma Milano ha per caratteristica il fatto di aver intorno tutta una serie di interessi. L’Expo ha portato una seppur flebile ma iniziale ripresa, una sorta di entusiasmo. Detto questo, grazie all’università, al lavoro, alla moda, alla finanza, la grossa crisi non l’abbiamo sentita nel settore immobiliare.
Dove invece si è percepita molto?
In provincia di Milano i prezzi sono letteralmente crollati. Le nuove costruzioni sono state colpite duramente ma il mercato del residenziale medio non ha mai smesso di funzionare. Fuori dalle porte della città è stato un vero disastro. Milano ha perso dal 2010 ad oggi molto meno rispetto ad altre città italiane. Gli studi di mercato dicono che Milano in media ha perso il 25 per cento considerando che il centro storico e la prima cerchia hanno perso un 12-14 per cento e invece un po’ di più i quartieri periferici. In zone come Palmanova e Padova si è perso parecchio, ma credo che da quelle parti si sarebbe perso comunque a prescindere da quest’onda di crisi perché la popolazione è mutata e quindi è calato drasticamente l’interesse commerciale.
E’ vero che Milano ha tenuto, tuttavia moltissime agenzie immobiliari sono sparite…
Sono stati persi più del 50 per cento del mercato immobiliare e il 40 per cento degli agenti immobiliari. Tutti quelli che sono nati in un periodo di mercato molto grasso hanno smesso di lavorare. Altri invece si sono rafforzati. Gruppi come ReMax hanno retto maggiormente. Alcuni hanno chiuso, altri hanno guadagnato unendo le forze. Per dirne una: rispetto il 2008 abbiamo incrementato del 30 per cento.
Torniamo da dove siamo partiti, alla Darsena.
La ristrutturazione è stata un’operazione molto buona. La ristrutturazione, rispetto al calo generalizzato, ha fatto sì che praticamente i prezzi siano tornati al livello del 2008. Quando il mercato riprenderà, tuttavia, tutti i palazzi con l’affaccio sulla Darsena avranno dei buoni incrementi di prezzo. Io sono molto affezionata a questa zona, qui si respira davvero l’aria milanese. Abbiamo notato che con la ristrutturazione la Darsena è più vissuta, anche dai turisti.
L’altra zona che caratterizza la Milano del 2015 è Porta Nuova. E poi c’è CityLife…
Porta Nuova è un bel progetto. E’ davvero la skyline. Piace, non hanno esagerato con i valori al metro quadro: la media è di 7mila al metro, con picchi anche molto più alti. Ma il progetto è bellissimo. CityLife sono invece partiti molto alti, tanto che oggi stanno tentando di fare delle vendite Rent-Buy, piuttosto che affitti puri. Sono in ritardissimo con il progetto ed esteticamente iniziano ad avere dei problemi perché la scelta del materiale legno non è stata così gratificante. Sono poi partiti con cifre di euro al metro quadro che la zona obiettivamente non poteva reggere.
Insomma, grossi problemi.
Sì, grossi problemi. Sono partiti da 11-12 mila euro al metro quadro. Oggi sono sotto i 10mila euro, ma il mercato comunque non tira.
Poi c’è il Bosco Verticale.
Progetto fantastico. Non dico altro: hanno fatto un ottimo lavoro, credo che abbiano venduto praticamente tutto. Per la qualità i valori al metro quadro erano giusti.
Intanto arrivano gli stranieri, da Porta Nuova a Generali. E’ una cosa buona questo appetito degli stranieri…
Hanno fatto in modo che ci comprassero. L’Italia ha iniziato a parlare di crisi quando la crisi ancora non c’era. Le banche hanno iniziato a tirare i remi in barca già nel 2008, anche se non c’erano i presupposti. Hanno segato le gambe ai piccoli e medi imprenditori, che erano quelli che portavano alla non sofferenza dell’economia italiana. Le banche hanno fatto in modo di agevolare non la popolazione italiana ma società che molto spesso erano legate a società straniere.
Quindi era tutto previsto.
Quantomeno prevedibile.
Qual è la vendita più illogica?
Via Solferino. Un prezzo davvero illogico. Non si capisce la logica di quella vendita. Per tornare a bomba, che ci comprino gli stranieri non è necessariamente una cosa negativa. Potrebbe essere un’opportunità o un danno. Dipende da che cosa vendiamo agli stranieri.
Si spieghi meglio.
Milano è sempre stata una città poco Europea. Il fatto di aprirci al mondo può essere il trampolino per ripartire. Il problema è che stanno vendendo dei pezzi assolutamente interessanti. Ci stanno portando via dei pezzi molto pregiati.
Se avessi mezzo milione di euro da investire: dove compro?
In quelle zone che sono in fase di riqualificazione. Quindi in Darsena, o in zona Ripamonti con il nuovo progetto di sviluppo. Le altre zone che sono in fase piena di riqualificazione hanno poche chance di riguadagno.
Quanto le azioni del Comune influenzano il mercato immobiliare?
Parecchio. Milano rispetto alla giunta passata, con la nuova giunta, ha perso sul fronte della sicurezza. Almeno questa è la sensazione che abbiamo. Questa è una città che meriterebbe di più e invece è trattata male. Non è sufficientemente pulita, i servizi non funzionano come dovrebbero funzionare. Il turista che arriva a Milano si trova spesso spaesato. E la sicurezza non è così garantita come prima. La giunta precedente stava cercando di portare Milano verso uno sviluppo più internazionale. Invece con Pisapia si sta rimanendo provinciali. I progetti che sono arrivati al termine erano stati avviati dalla giunta Moratti. Insomma, non sono davvero molto soddisfatta.
@FabioAMassa