venerdì 22 febbraio 2013

Manifesto degli Architetti Lombardi.


Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, nella coalizione di centro-destra, come indipendente ne La Destra di Francesco Storace, e sostenitore di Roberto Maroni in Lombardia, ha ricevuto ed analizzato il Manifesto elaborato dalla Consulta Regionale dell'Ordine degli Architetti, e ne sosterrà le proposte, in tutte le sedi politiche ed istituzionali."Come ho già, più volte, ripetuto, incontrando i rappresentanti delle associazioni di categoria (AMPE, ANCE, ANACI e UPPI), l'edilizia (sia pubblica che privata), è il primo volano della nostra economia nazionale, quindi è un settore che deve essere assolutamente sostenuto ed incentivato, attraverso una drastica riduzione della burocrazia e delle tasse, l'introduzione di sgravi ed incentivi fiscali, e la garanzia di accesso al credito per le imprese le famiglie italiane"


Consulta Regionale Lombarda

Manifesto degli Architetti Lombardi
08/02/2013

In occasione dell’imminente confronto elettorale che deciderà il Governo regionale, gli Architetti Lombardi, rappresentati dalla Consulta Regionale che ne coordina i 12 ordini provinciali, chiedono a tutti i candidati, uno specifico impegno nella condivisione delle misure e gli obiettivi che il nostro “manifesto” sintetizza, certi che le scelte che emergeranno, costituiranno, per il peso e il ruolo della Regione Lombardia, ricadute di rilievo anche per l’economia e la cultura dell’intero Paese.

MANIFESTO – OBIETTIVI PRIORITARI
PREVENIRE LE EMERGENZE

Lo sviluppo urbano ed edilizio deve tenere conto degli obiettivi di sicurezza e difesa del suolo in tutte le trasformazioni programmate del territorio. Il patrimonio edilizio residenziale si trova in uno stato di conservazione pessimo o mediocre, bisogna incentivare il suo recupero e adeguamento. Nella realizzazione di nuove edificazioni infrastrutturali, urbanistiche ed edilizie, bisogna incentivare il riuso delle aree già urbanizzate. A fronte dell’eccessivo consumo di suolo, una parte rilevante di edilizia abitativa libera rimane invenduta o non occupata, bisogna incentivare il riutilizzo con edilizia abitativa sociale o convenzionata.
INCENTIVARE GLI INTERVENTI EDILIZI E URBANISTICI VIRTUOSI
Il Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile nei suoi contenuti costituisce la vera innovazione di riferimento per i futuri interventi e dovrà avere una sua declinazione e diffusione a livello regionale, a partire dalla: Valorizzazione del patrimonio di infrastrutture, aree ed edifici esistenti. Riqualificazione di infrastrutture, aree ed edifici dismessi. Realizzazione di interventi di edilizia sociale, diversificando l’offerta di godimento del diritto dell’abitare, incentivando il mercato locativo e l’housing sociale.
ATTIVARE NUOVE RISORSE ECONOMICHE PER GLI INTERVENTI
Garantire risorse anche pubbliche alle costruzioni. Operare politiche fiscali, che possano attivare agevolazioni e costruire incentivi agli investimenti sul territorio. Sostenere e promuovere azioni in sede nazionale per la riattivazione del circuito del credito anche con il coinvolgimento degli investitori istituzionali. Incentivare il ruolo di regia regionale nei rapporti con l’Europa. Costruire servizi di assistenza all’accessibilità delle risorse anche per progettisti e professionisti.
PROMUOVERE I CONCORSI DI ARCHITETTURA PER QUALIFICARE IL TERRITORIO
Promuovere ed incentivare il concorso di idee ed il concorso di progettazione, per il miglioramento della qualità del progetto e dell’opera architettonica, sia nel settore pubblico che in quello privato.
RAZIONALIZZARE IL CONTESTO NORMATIVO E SEMPLIFICARE LE PROCEDURE AUTORIZZATIVE

Poche leggi, necessarie e leggibili. Procedure semplici, brevi ed efficaci. Gli architetti, come più volte proposto, si rendono da subito disponibili a fornire il loro contributo alla riformulazione dell’apparato legislativo di riferimento per le materie di loro competenza.
Cari colleghi Politecnici e persone per bene, oggi è stato presentato il Manifesto degli Architetti ,
se hai piacere di vedere di cosa si è parlato ho fatto una minicronaca su twitter.
Ieri invece abbiamo parlato di Agopuntura urbana per progettare smartcity. Penso che il "per bene" e l'architettura possano far rinascere l'Italia. Se sei anche tu della stessa idea mi piacerebbe conoscerti almeno su twitter. Mi auguro, che i miei pensieri, Ti possano essere utili per aiutarci a dare un nuovo slancio alla nostra Nazione. Cordialità

Arch. Edmondo Jonghi Lavarini

giovedì 21 febbraio 2013

LA DESTRA per la CULTURA.




LA DESTRA: IL “MANIFESTO PER LA CULTURA”

La Consulta per la Culturapresieduta da vicesegretario Nazionale Nello Musumeci: Guardare al contemporaneo e alle identità locali per rilanciare la cultura italiana

ROMA – È stato diffuso oggi il Manifesto per la Cultura - Politiche 2013, redatto dalla Consulta per la Cultura de «La Destra»,coordinata dall’On. Nello Musumeci, vicesegretario nazionale del partito e deputato del Parlamento Siciliano. Il Manifestoprende spunto dalle politiche di questi ultimi anni che hanno progressivamente relegato la questione culturale agli ultimi posti delle graduatorie nelle agende di governo e critica la politica di tagli, devastanti nel campo della cultura, di cui il governo Monti è stato massima espressione. Il documento approvato dalla Consulta per la Cultura de «La Destra»,propone di potenziare, al contrario, gli investimenti nel settore della cultura, del turismo e della formazione, scommettendo sul potenziale che rende l’Italia unica al mondo: le specificità dei territori (agricoltura, enogastronomia, tradizioni artigianali, etniche e religiose), le bellezze monumentali e artistiche, la magnificenza del paesaggio. Il Manifestoper la cultura contesta, poi, l’importazione di modelli esteri, emulati a discapito di una originalità nazionale, e mette l’accento sull’indebolimento progressivo delle azioni di tutela, da parte delle Istituzioni, nei confronti delle specificità culturali, creative, paesaggistiche, territoriali e imprenditoriali. A fronte di questo, «La Destra» propone di puntare sulla cultura contemporanea, “poiché – si legge nel Manifesto per la cultura - la costruzione dell’identità non conosce battute d’arresto: continua, sempre, e si nutre delle energie del presente, assieme a quelle del passato. Arti contemporanee, industria della moda e del design, ricerca scientifica e accademica, voci dissonanti e di sperimentazione, sviluppo di sistemi creativi, progettazione di segni e forme nuovi: l’orchestrazione dei molti fermenti culturali di una Nazione passa anche e soprattutto da qui”. Il Manifesto per la Cultura de «La Destra», contrappone, inoltre, alle insidie e alle complessità della globalizzazione, la valorizzazione di una cultura locale; declinata secondo logiche di competitività e di dialogo internazionale: “siamo quelli del glocal - si legge – che arginano le spinte ultra-liberiste del centrodestra e credono nella necessità di ripartire dai luoghi e dalle tradizioni. Quelli che puntano a un’Europa delle Nazioni, dei diritti uguali per tutti e delle mille differenze culturali, da esaltare e non livellare. Un’Europa unita dalle naturali, antiche solidarietà sociali, e non dalle sole esigenze di una fredda moneta comune. Un’Europa che lavori per costruire cooperazioni armoniche all’interno dell’area del Mediterraneo, favorendo gli interessi economici, i diritti e lo sviluppo dei popoli europei e rafforzando il dialogo con quelli extraeuropei. Ed è in questa direzione che la Destra sociale continua a muoversi, consapevole di quanto questo sia, essenzialmente,cultura. Cultura come nodo da cui determinare un’immagine reale della questione europea; cultura come possibilità concreta per un new deal che conduca oltre la crisi; cultura come strategia di sviluppo che punti alle specificità e alle sapienze dei territori. Cultura, infine, come desiderio, immaginazione, azione”. “Una Nazione ricca intellettualmente – spiega Nello Musumeci, coordinatore nazionale della Consulta per la Cultura - è una Nazione capace di generare ricchezze nuove e di mettere a frutto quelle antiche. Questo è il Nuovo Corso che immaginiamo”.
LE PROPOSTE DE «LA DESTRA» PER LA CULTURA ITALIANA:
- Politiche di defiscalizzazione per privati che acquistino opere d’arte o che sostengano, con forme di mecenatismo, istituzioni e progetti culturali.
-Defiscalizzazione per le aziende che investano in cultura, che acquistino opere d’arte o che producano progetti culturali.
- Sostegno alle nuove imprese creative e alle imprese giovanili in fase di start up, attraverso strumenti di consulenza, di finanziamento e di incubazione.
-Rimodulazione dell’IVA per prodotti culturali.
- Politiche consortili che agevolino nei costi di produzione e organizzazione le piccole gallerie e le piccole imprese creative, arrestandone il processo di sparizione: una soluzione, quella dell’associazionismo, che diventa strategia per affrontare i mercati globalizzati e per proteggere le specificità territoriali.
- Politiche di agevolazione e di sostegno (in termini economici, ma anche di offerta di servizi e spazi) per il non profit e la ricerca.
- Sostegno alle imprese creative e, nello specifico, al settore del made in Italy, nel tentativo di rafforzare l’export e di essere competitivi incentivando la produzione e la diffusione delle eccellenze italiane.
- Incremento e sviluppo di servizi, impianti e strategie di comunicazione, a favore del turismo culturale.
- Azioni di tutela e conservazione del paesaggio e dei beni culturali, con adeguamento dei servizi aggiuntivi, secondo standard europei e con investimenti per l’innovazione tecnologica.
- Sinergia forte tra mondo della formazione e mondo del lavoro, incrementando la partecipazione degli studenti al lavoro nella piccola impresa ma anche nella bottega: il recupero e la salvaguardia della tradizione artigianale si sposa con la formazione manageriale e con la ricerca creativa contemporanea, in linea con il trend del momento (vedi settore moda e design).
-Investimenti per la realizzazione e il completamento di opere pubbliche vocate alla cultura, creando occasioni di lavoro; aumento dei luoghi di promozione, fruizione e produzione culturale, anche fuori dai grandi centri e verso le periferie (musei, scuole, biblioteche, circoli, gallerie, cinema, teatri…).
-Coinvolgimento dei privati nella gestione degli spazi culturali pubblici e incoraggiamento delle forme di mecenatismo per il supporto di grossi progetti di produzione, restauro e conservazione. Mantenendo fermo il ruolo di monitoraggio e di controllo dell’istituzione pubblica, che ha la proprietà degli spazi e che detta le linee guida dei progetti, occorre sperimentare il modo in cui la managerialità, l’efficienza e la tempestività del privato possano compensare la lentezza burocratica, la mancanza di competenza, l’attuale ristrettezza finanziaria e la carenza di fantasia del pubblico. Riuscendo ad aumentare qualità e profitto.
- Stimolo alla cooperazione e al coordinamento tra enti statali, regionali, provinciali, comunali, per progetti culturali e strategie turistiche.
- Creazione di uno sportello ministeriale attento alle esigenze del cittadino, che possa servire per assistere le imprese, gli artigiani e le associazioni nell’accesso ai fondi statali ed europei, nella partecipazione ai bandi, nell’assistenza per i servizi, nella consulenza per i progetti.

Manager ed Alte Professionalità per l'Italia.

 


Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, nella coalizione di centro-destra, come indipendente ne La Destra di Francesco Storace, ha incontrato una delegazione ufficiale dell'associazionismo professionale milanese, con la quale ha discusso ed analizzato la piattaforma programmatica "L'Italia che vogliamo" elaborata dal CIDA e dalla Federmanager. "Si tratta di un documento molto attento e preciso, elaborato dalle migliori teste della impresa italiana, che propone riforme strutturali ed organizzative intelligenti, innovative ed estremamente utili per il rilancio dell'Italia. Condivido molte delle loro proposte che, pertanto, saranno portate in parlamento, dai futuri deputati de La Destra".




L'Italia che vogliamo - Le proposte dei manager per il rilancio del Paese.

In vista delle prossime elezioni, è stato predisposto un programma con le richieste dei Manager e delle Alte Professionalità alle forze politiche che sarà oggetto di confronto con i candidati dei vari schieramenti.

http://www.cida.it/content/litalia-che-vogliamo-le-proposte-dei-manager-il-rilancio-del-paese

CONTRIBUISCI CON CIDA AL RILANCIO DEL PAESE
CIDA - Manager e Alte Professionalità per l'Italia , con Federmanager e Manageritalia, in occasione delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, ha predisposto unProgramma politico con le proposte dei manager per il rilancio del Paese. Con questo ci stiamo confrontando con tutti gli schieramenti politici a livello nazionale e territoriale.
Per coinvolgere tutti i manager associati alle Organizzazioni aderenti a Cida, è stata realizzata una piattaforma collaborativa dedicata alla discussione e alla condivisione del Programma .
Vogliamo che anche tu possa condividere, arricchire e affinare le azioni per il rilancio del Paese all'interno delle 6 aree tematiche: Competitività aziendale; Welfare; Sanità; Fisco; Riforma ordinamento della Repubblica e delle PPAA; Istruzione, Università e Ricerca.
Accedi alla piattaforma, registrati, partecipa e arricchisci le discussioni con il tuo prezioso contributo!
Il programma, dal 20 febbraio al 1° marzo, sarà votato e aggiornato.
Questo sarà lo strumento per valutare e controllare l'operato del Governo e del Parlamento che verranno eletti.
Per rafforzare la nostra azione stiamo anche organizzando degli incontri sul territorio tra i vertici delle nostre Organizzazioni e i candidati locali . Incontri che vogliono presentare il Programma politico Cida e chiedere un consenso anche parziale sulle nostre proposte.
Forti del tuo contributo e del confronto con gli schieramenti, potremo poi monitorare e influenzare tutti gli eletti perché la loro azione riesca davvero a rilanciare il Paese.

L'ITALIA CHE VOGLIAMO E' UN' ITALIA POSSIBILE

lunedì 18 febbraio 2013

Ordine di Malta ai vertici dello IOR.


LA SELEZIONE DELLA societa' DI CONSULENZA Spencer&Stuart Ior, il nuovo presidente è Von Freyberg. Ordine di Malta ai vertici dello IOR - La nomina approvata personalmente dal Papa. Ernest Von Freyberg. È ormai ufficiale, il nuovo presidente dello Ior è il tedesco Ernest Von Freyberg. Dopo che era circolata la notizia che alla carica ricoperta in precedenza di Ettore Gotti Tedeschi sarebbe andato il banchiere belga Bernard De Corte - è arrivata la conferma. «Il Papa ha espresso il suo pieno consenso alla decisione della Commissione cardinalizia», ha affermato il portavoce della Santa Sede. In lizza, oltre a De Corte (uno dei favoriti) e Von Freyberg, c'erano anche l'avvocato torinese Antonio Maria Marocco, già membro del board. Ma ad avere la meglio è stato Ernest Von Freyberg di 55 anni e membro del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta, di cui è tesoriere per il ramo tedesco. A Bernard De Corte non va nessun incarico. GLI ALTRI QUATTRO MEMBRI - La Santa Sede ha inoltre comunicato che «Gli altri quattro membri del Consiglio di Sovrintendenza mantengono il loro incarico. Tale decisione - prosegue la nota - è il risultato di profonda valutazione e di diverse interviste che la Commissione Cardinalizia ha compiuto, sempre con il supporto del Consiglio di Sovrintendenza». Ora è possibile un avvicendamento dei cardinali che fanno parte della commissione di vigilanza sullo Ior, ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, spiegando che la decisione di nominare il nuovo presidente è stata presa dalla «vecchia» commissione. «Questo potrà essere oggetto di una comunicazione distinta nei prossimi giorni», ha aggiunto Padre Lombardi. I CAVALIERI DI MALTA E COLOMBO - Von Freyberg è cofondatore e managing director della Dc Advisory Partners, dopo essere stato analista alla Three Cities Research (Bemberg Group) fra Londra e New York. Von Freyberg inoltre è attivo nelle organizzazioni dei pellegrinaggi dei malati a Lourdes. Allo Ior Von Freyberg va a sostituire il vicepresidente vicario Hermann Schmitz (banchiere tedesco di provenienza Deutsche Bank) e ritroverà Carl Anderson: il businessman americano esponente dei Cavalieri di Colombo, ordine non certo in buoni rapporti con quello i Cavalieri di Malta. Redazione Online - Corriere della Sera Economia -
http://www.corriere.it/economia/13_febbraio_15/nuovo-presidente-ior-von-freyberg_2c25e3a8-773f-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml
CAMBIO AL VERTICE: Ior, è Ernst von Freyberg il nuovo presidente. Nomitato l'avvocato d'affari tedesco. Appartiene all'Ordine dei cavalieri di Malta. Presto altre nomine. Il banchiere tedesco Ernest von Freyberg è il nuovo presidente dello Ior. L'indiscrezione che vedeva in pole il belga Bernard de Corte ha perso vigore la mattina del 15 febbraio, quando alcuni media hanno dato per certa la nomina dell'avvocato di 55 anni appartenente ai Cavalieri dell'ordine di Malta. L'ufficilità è arrivata da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, che ha parlato di «scelta trasparente», presa «senza contrasti» da parte dei cardinali della commissione di vigilanza. PRESTO ALTRE NOMINE. «Gli altri quattro membri del Consiglio di sovrintendenza mantengono il loro incarico e l'attuale presidente ad interim, il tedesco Smith, ritorna a esserene semplice membro», ha spiegato in una nota il Vaticano. «Tale decisione è il risultato di profonda valutazione. Si è trattato di un percorso di alcuni mesi, meticoloso e articolato, che ha permesso di valutare numerosi profili di alto livello professionale e morale». La Santa sede ha fatto sapere anche che il papa «ha seguito da vicino l'intero processo di selezione e di scelta del nuovo presidente» e ha espresso il suo «pieno consenso alla decisione» anche se non «c'era una conoscenza personale» tra Benedetto XVI e Von Freyberg. IN TOTALE 40 CANDIDATI. Padre Lombardi ha spiegato: «È stata utilizzata l'agenzia Spencer & Stuart che ha presentato 40 candidati, una selezione ne ha ridotto il numero prima a sei e poi a una terna. Questi hanno avuto colloqui con la commissione cardinalizia e la mattina del 14 febbraio è stata presentata al board la scelta e poi nel pomeriggio è stata illustrata al pontefice che ha dato il suo consenso». Ora è possibile un avvicendamento dei cardinali che fanno parte della Vigilanza dello Ior. Il direttore della sala stampa vaticana ha sottolineato infatti che la decisione di nominare il nuovo presidente è stata presa dal «vecchia» commissione. «Questo potrà essere oggetto di una comunicazione distinta nei prossimi giorni», ha aggiunto. Il nuovo presidente, fervente cattolico Il barone Von Freyberg, è nato in Germania nel 1958. Sposato, ha studiato legge tra il 1978 e il 1985 a Bonn. È membro attivo del Sovrano militare ordine ospedaliero di san Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta ed è co-presidente dell'associazione per il pellegrinaggio a Lourdes dell'Arcidiocesi di Berlino. È inoltre fondatore e membro del 'Freyberg Stifung' dalla nascita, nel 2009. Si tratta di una Fondazione che supporta le organizzazioni cattoliche in Francia, Germania e Austria e si occupa delle borse di studio degli studenti meritevoli. L'ultima udienza concessa da Papa Benedetto XVI prima della clamorosa rinuncia è stata proprio ai potenti cavalieri maltesi: sabato 9 febbraio in San Pietro, nel nono centenario del privilegio accordato da Papa Pasquale II all'ordine ospedaliero a Gerusalemme. PRESIEDE UN CANTIERE NAVALE. Von Freyberg è anche presidente di un cantiere navale, il Blhom-Vhoss Group di Amburgo. «Non so se fanno navi da guerra o navi in generale. È presidente di un cantiere che costruisce navi in tutto il mondo, poi quello che si mette sulle navi non dipende da chi le fa», ha detto padre Lombardi invitando a «non affrettare valutazioni negative per l’esperienza lavorativa nella cantieristica». «NO COMPLOTTI IN VATICANO». Infine padre Lombardi ha parlato della situazione in Vaticano, escludendo che ci siano battaglie o complotti interni. «In ogni realtà c'è una dinamica che può portare a differenze di opinioni che se ben condotte possono portare a passi in avanti. La diversità di opinioni fa parte della vita. Questo non vuol dire che ci siano battaglie o complotti». Il procedimento Moneyval, invece, «è indipendente dalla nomina dello Ior, continua e c'é tutta una operatività per seguire l'ulteriore adeguamento delle istituzioni, normative e prassi richieste». Venerdì, 15 Febbraio 2013 - Lettera 43
IL PROFILO. Ernst von Freyberg, barone dello Ior. Dopo un papa, un banchiere tedesco. Chi è il nuovo presidente della Banca vaticana. Gotti Tedeschi: «Falsità sul mio ruolo in Mps e Finmeccanica». di Barbara Ciolli - Dopo un papa, anche un blasonato banchiere tedesco. Dentro le segrete mura della Santa Sede, l'analista e avvocato Ernst von Freyberg, laureato in Legge all'Univeristà di Monaco e Bonn, è pronto per l'investitura alla presidenza dell'Istituto per le opere di religione (Ior). Il nuovo banchiere di Dio, scelto «meticolosamente e fuori dalla conoscenze personali dell'ex pontefice» tra una rosa di 40 candidati, come hanno informato dallo Stato pontificio, avrà il compito gravoso di ripulire la banca vaticana dagli scandali finanziari, affiancato dallo svizzero cacciatore di fondi neri René Brülhart. Non sarà facile. Nel maggio scorso il predecessore Ettore Gotti Tedeschi si dimise, cacciato, si scrisse allora, dalle alte sfere proprio perché voleva introdurre regole più severe contro il riciclaggio. Ufficialmente fu sfiduciato dal Consiglio di Sovrintendenza dell'istituto «per non avere svolto funzioni di primaria importanza per il suo ufficio». Ma il banchiere dell'Opus dei confessò di temere per la sua vita. LA POLTRONA DI GOTTI TEDESCHI. Si dice anche che, per gli alti prelati, sia stata una via crucis trovare candidati ambiziosi, di alto profilo e disponibili a sedere sulla spinosa sedia dello Ior. Alla fine, la fumata bianca è arrivata all'indomani delle clamorose dimissioni di papa Benedetto XVI dal soglio pontificio. Il nuovo superbanchiere, di origini sveve, oltre ad avere una carriera finanziaria internazionale alle spalle, milita nel Sovrano ordine militare dei cavalieri di Malta ed è un cattolico di provata fede, frequentatore dell'arcidiocesi di Berlino nonché fervente organizzatore dei pellegrinaggi cristiani a Lourdes. Tra le critiche subito rilevate sul suo curriculum, c'è l'essere diventato, nel 2012, presidente onorario dei cantieri Blohm Voss di Amburgo, costruttori di navi da guerra e civili controllati da ThyssenKrupp. Dopo che la società d'investimento Star Capital, di cui Freyberg era consulente, ne aveva acquisito il ramo civile. Dal castello in Baden Württemberg, il barone della finanza trasloca a Roma. Nato nel 1958, in Germania il barone von Freyberg è noto soprattutto per le battute di caccia nella tenuta del suo castello di Allmendingen, in Baden Württemberg. E per aver fondato nel 1991, e poi diretto, la Daiwa corporate advisory partners (ex Close Brothers ed ex Freyberg Hambros), società paneuropea con 17 sedi e oltre 300 collaboratori, che offre supporto in operazioni di fusioni, acquisizioni, finanziamento del debito e ristrutturazioni di aziende. Dal suo quartier generale di Francoforte, il barone della finanza ha poi allargato il raggio d'azione alla piazza asiatica, inglobando nel suo pacchetto europeo la banca d'investimento giapponese Daiwa Securities, istituto acquisito nel 2009 che ha dato poi il nome a tutto il gruppo. L'intenzione del banchiere tedesco era cavalcare «l'onda asiatica» che, con miliardi di abitanti e un'economia ruggente, «cresce 10 volte più dell'Occidente». Tuttavia, dopo essere stato contattato della società di executive search Spencer & Stuart per la poltrona vacante allo Ior, ha evidentemente cambiato i suoi obiettivi. DAL PRIVATE EQUITY ALLO IOR. Il nuovo presidente, impegnato in passato a smembrare e riassemblare decine di società straniere, dovrà risanare una banca dai mille lati oscuri, con i bilanci noti a un cerchia ristrettissima di cardinali, e minata alle fondamenta dai maggiori scandali finanziari dell'ultimo mezzo secolo: dalla vicenda del Banco Ambrosiano al più recente caso Anemone sulla corruzione nelle grandi opere. Fino alle ultime inchieste sul riciclaggio internazionale. Più difficile sarà capire se von Freyberg avrà davvero la voglia di andare verso il cambiamento, ponendosi come l'anti Marcinkus (l'ex presidente pesantemente coinvolto nello scadalo del crac Ambrosiano) dello Ior. Il suo impegno ai vertici tedeschi dell'Ordine medievale dei cavalieri di Malta lo ascrive come orgogliosamente addentro a un sistema di potere ultra-conservatore ed elitario. Quale è, del resto, quello delle radici secolari e cristiane del suo casato. L'ORDINE MILITARE DI MALTA. L'Opus dei di Gotti Tedeschi non era, d'altra parte, una struttura meno tentacolare e potente dell'Ordine militare che vanta lo status di osservatore permanente alle Nazioni Unite. Smessi gli abiti dei crociati, oggi i cavalieri svolgono opere assistenziali nel mondo, incluso il supporto medico nelle missioni di peace keeping. Nominato a novembre direttore dell'Autorità per l’informazione finanziaria (Aif) della Santa Sede, il 'James Bond' dell'antiriciclaggio Brülhart pareva intenzionato a smuovere le acque. Resta da vedere se il 'maltese' von Freyberg sarà in grado di essere il crociato dello Ior. Venerdì, 15 Febbraio 2013 - Lettera 43

Etica Sempre !

Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, come indipendente con La Destra di Francesco Storace, nel centro-destra) ha ufficialmente aderito al Codice Etico del Politico promosso dalla Associazione Culturale Etica Sempre, presieduta dalla Dottoressa Gigliola Ibba. "Ho subito aderito alla lodevole iniziativa perchè, da sempre, mi batto contro il cumulo di incarichi e mandati, per rinnovare la Politica, secondo rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia. Vedremo, dopo le elezioni, se tutti i sottoscrittori eletti si impegneranno veramente in tal senso."

La nostra Missione

Noi crediamo che l’etica – intesa come la libertà dell’individuo di perseguire i propri obiettivi nel rispetto e nel bene degli altri – sia la base fondante di un nuovo modello di vita. I nostri fondatori, i nostri soci, i nostri sostenitori sono convinti che solo il comportamento etico potrà consentire:
- alla politica di svolgere il vero ruolo per cui ha ricevuto il mandato dagli elettori: quello di porsi al “servizio del cittadino”, e agire unicamente nel suo interesse;
- al mondo degli affari di contribuire allo sviluppo del Paese, in un ambiente equilibratamente competitivo, senza cercare scorciatoie e connivenze che generano corruzione e distorsioni sociali;
- alle imprese di poter operare sul territorio, con la piena, tempestiva e corretta collaborazione delle istituzioni per conseguire, senza lacci e lacciuoli, i loro obiettivi e quelli dei loro dipendenti;
- alla finanza e alle istituzioni finanziarie di agire, non più e non solo, nell’interesse di pochi, ma soprattutto di quello dei molti che necessitano delle fonti di credito per la loro famiglia, la loro azienda, i lavoratori che da loro dipendono;
- ai cittadini di operare nel rispetto di se stessi, della comunità in cui vivono, dell’ambiente, ma al contempo di non considerarsi più “sudditi”, ma “attori” di un sistema democratico che conferisce loro il diritto di essere adeguatamente rappresentati e di ricevere i servizi da loro finanziati con la tassazione;
- alla comunità tutta di agire nel rispetto della “cosa pubblica” e dell’ambiente per consegnarlo intatto, e se possibile migliorato, alle nuove generazioni.
La nostra azione si pone quindi l’obiettivo di ricreare le fondamenta di questi valori che nel tempo, nel nostro Paese, si sono andati affievolendo o sono stati addirittura calpestati.
CHI SIAMO
I nostri fondatori, i nostri soci, i nostri sostenitori hanno firmato, per far parte della nostra associazione un “codice etico” che li impegna a rispettarne i valori e a lottare per riportarli nel nostro Paese. Pur incoraggiando ciascuno a perseguire le proprie idee politiche anche nell’esercizio del voto, i nostri aderenti si sono impegnati a non iscriversi o ad operare per nessun partito politico. Noi intendiamo costituire/essere un movimento di opinione in cui è bandita ogni discriminazione relativa a credo politico, religioso, nazionalità, sesso e ogni altro ancora, che si pone al solo servizio dei cittadini italiani e stranieri che vivono nel nostro Paese.
COME CONSEGUIREMO LA NOSTRA MISSIONE
Noi intendiamo, con l’apporto volontario di soci, sostenitori e di quanti condividono le nostre idee:
- stigmatizzare i comportamenti non etici delle categorie che operano in modo difforme dai principi etici che abbiamo illustrato;
- diffondere i nostri valori etici, a partire dalle scuole, perché siano formati i cittadini di domani;
- portare assistenza a quanti dalla mancanza di principi etici sono stati penalizzati, come ad esempio gli anziani , i giovani, i lavoratori, le imprese.
IN CHE MODO CI SIAMO/CI STIAMO ORGANIZZANDO
Abbiamo formato un’organizzazione, coordinata dal Presidente, costituita da gruppi di lavoro. A ciascun gruppo, presieduto da un capo-progetto, è affidato il compito di ideare e realizzare le azioni più idonee ad operare nelle aree sopra descritte.
Sono parte integrante della struttura la segreteria organizzativa, il responsabile dei rapporti con il web e i sistemi telematici che supportano e facilitano il dialogo e il collegamento diretto con tutti i nostri interlocutori.
Al Presidente e ai capigruppo si affiancherà un “Comitato di Saggi”, in rappresentanza di tutte le categorie professionali. A loro verrà affidata la cura di diffondere il nostro credo nell’ambito della loro categoria e di assistere i Capigruppo e il Presidente nelle azioni che andremo ad espletare.
QUALI SONO I VALORI CHE CI GUIDERANNO
- Il rispetto del nostro codice etico che abbiamo sottoscritto.
- La competenza, la passione, l’impegno nel progettare e dare esecuzione alle nostre azioni.
- La capacità di monitorare sistematicamente i “fatti”, le notizie che richiedono il nostro intervento e di reagire nel più breve tempo possibile.
- L’esempio e le capacità necessarie alla diffusione di questi valori.
NOI VOGLIAMO RIPORTARE NEL NOSTRO PAESE L’ORGOGLIO DI ESSERE ITALIANI E, NEL TEMPO, DI CONSEGNARE AI NOSTRI FIGLI IL NUOVO MODELLO CHE NOI AVREMO CONTRIBUITO A CREARE.

CODICE ETICO DEL POLITICO

Nel candidarmi alle prossime elezioni solennemente mi impegno a:
  • PROPORMI ED ACCETTARE INCARICHI PER CUI SONO COMPETENTE E AD ESPLETARLI NEL SOLO INTERESSE DEI CITTADINI
  • RINUNCIARE CONTESTUALMENTE AD OGNI ALTRO INCARICO PUBBLICO O PRIVATO
  • DICHIARARE ESPLICITAMENTE L’ESISTENZA O L’INSORGERE DI UN CONFLITTO DI INTERESSI CON L’INCARICO ASSUNTO
  • NON SFRUTTARE A FINI PERSONALI LA POSIZIONE RICOPERTA PER OTTENERE DAZIONI O TRATTAMENTI DI FAVORE ANCHE MARGINALI
  • EVITARE QUALSIASI FORMA DI NEPOTISMO O FAVORITISMO NELL’ASSEGNARE MANDATI E INCARICHI
  • ACCERTARE SENZA OMBRA DI DUBBIO CHE OGNI COMMESSA SIA ASSEGNATA IN MODO TRASPARENTE, IMPARZIALE, CON UN BUON RAPPORTO COSTO/QUALITA’ E MONITORATA NEL SUO SVOLGIMENTO
  • TUTELARE LA DIGNITA’ DELLA PERSONA, IL RISPETTO DELL’AMBIENTE, DEI BENI E DELLE RISORSE DELLA COMUNITÀ
  • MANTENERE UN COMPORTAMENTO PUBBLICO E PRIVATO IN LINEA CON L’ISTITUZIONE CHE RAPPRESENTO
  • NON INTRATTENERE RELAZIONI CON PERSONE E ORGANIZZAZIONI CHE AGISCONO AI CONFINI O FUORI DELLA LEGALITÀ
Mi impegno infine a far mio questo codice, a diffonderlo presso gli ambienti appropriati e ad accettare eventuali verifiche riguardo al mio operato.

giovedì 14 febbraio 2013

Sinergie-Altavia per Maroni Presidente!



In occasione delle Elezioni Regionali del 24 e 25 febbraio 2013, evento troppo importante per essere sottovalutato o, peggio ancora, snobbato, proprio a motivo dell'impegno nel recupero di EXPO 2015 che, in ogni caso, comporrà buona parte delle aspettative e delle ricadute del prossimo quinquennio qualificandosi come possibilità unica per il rilanciodell'economia e della competitività di Milano-Lombardia e del Paese, occorrerà votare con oculatezza gli amministratori tra i tanti proposti a queste responsabilità. Soprattutto perchè da tale scelta dipenderà l'effettiva capacità del nostro sistema regionale a compiere quell'obbligato salto di qualità internazionale che le compete per Storia, Geografia e Cultura ma che da troppo tempo segna il passo nell'esercizio delle buone intenzioni. E affinché la riuscita dell'ordinaria amministrazione così come quella del grande e, insieme, utile evento siano supportate dalle personalità più qualificate per competenze e meriti, appare assolutamente necessario che i medesimi siano dotati di capacità fattive e d'immediatezza interpretativanon solo nei confronti delle continue trasformazioni del nostro panorama economico e sociale ma anche in grado di escogitare ogni strumento possibile per ottimizzare l'intervento pubblico verso una gestione sostenibile delle iniziative così come del loro prosieguo funzionale nel tempo. La Lombardia, in definitiva, non solo ha bisogno di amministratori capaci ma anche lungimiranti;sensibili ai bisogni presenti ma anche futuri della regione come dei suoi cittadini: soprattutto quelli delle generazioni a venire, al fine di sventare per tempo quel verdetto di decadenza economica, sociale e culturale che i Modelli di Sviluppo Futuribile disegnati da più Istituzioni Internazionali assegnano al nostro Paese in caso di mancata o ritardata attivazione delle contromisure atte ad assorbire le disgiunzioni indotte dalla globalizzazione. Per questi motivi, alla Regione Lombardia, bisogna sostenere Roberto Maroni, lombardo, dedicato alla sua terra, propulsore di un grande programma di rilancio che ha già dato buona prova come ministro e nuovo segretario della Lega. Alle elezioni regionali (scheda verde) invitiamo a votare per la Lista Civica Maroni Presidente, indicando, come preferenze: il Prog. Stefano Bruno Galli a Milano e Luca Ferrazzi a Varese. Alle elezioni politiche, senato (scheda gialla) e camera (scheda rosa), invece consigliamo, sempre nella coalizione di centro-destra, La Destra di Francesco Storace, in Lombardia, ben rappresentata dall'amico Roberto Jonghi Lavarini. F.to Prof. Massimo Grecchi







mercoledì 13 febbraio 2013

Per il rilancio della edilizia pubblica e privata.


 
Roberto Jonghi Lavarini, consulente immobiliare, candidato indipendente con La Destra di Francesco Storace nel centro-destra, ha ufficialmente aderito alla "giornata della collera" e, questa mattina, parteciperà alla manifestazione di protesta degli imprenditori edili, organizzata da Assimpredil-ANCE a Milano, non a caso, davanti a Palazzo Mezzanotte, sede storica della Borsa milanese: "Dobbiamo privilegiare e tutelare l'economia reale, i ceti produttivi, la sana borghesia del nord, la piccola e media impresa, partendo dal mattone, ovvero dal rilancio della edilizia pubblica e privata. Bisogna assolutamente diminuire tasse e burocrazia, aumentare incentivi e sgravi fiscali e, sopratutto, agevolare l'accesso al credito per famiglie ed imprese, per prestiti e mutui. Questo sarà uno dei primi impegni dei parlamentari de La Destra perchè l'edilizia è il principale volano dell'economia, quindi del benessere diffuso e della autentica giustizia sociale".
08/02/2013 La giornata della collera. Purtroppo lo scenario sul futuro prossimo per il Settore delle Costruzioni non è confortante. Nel quinquennio 2008-2012, ANCE ha valutato: - una riduzione degli investimenti nelle costruzioni del -25,8%, con -47,3% per le nuove costruzioni: - 43 miliardi di euro in meno hanno riportato i livelli di produzione a quelli di 40 anni fa: - dall’inizio della crisi ad oggi oltre 40mila imprese chiuse e 550.000 posti di lavoro persi (settori diretti e collegati). Questa situazione va in qualche modo stravolta con provvedimenti sostanziali e solo unendoci con altre associazioni e enti del settore possiamo cercare di fare qualcosa. In quest’ottica ANIT è stata coinvolta da ASSIMPREDIL ANCE in una manifestazione che avrà un grosso impatto mediatico e andrà a colpire politici vecchi e nuovi , facendo richieste forti e proposte concrete. La Manifestazione di protesta denominata “LA GIORNATA DELLA COLLERA” si terrà il 13 FEBBRAIO 2013 a Milano, presso Piazza Affari e Palazzo Mezzanotte dalle ore 9.30 ALLE ORE 13.00. Perché questa manifestazione abbia un senso e possa portare un cambiamento significativo per tutto il settore , dovrà avere un forte impatto, partendo anche dal numero dei partecipanti.

martedì 12 febbraio 2013

Partire dall'edilizia per rilanciare l'economia.

Roberto Jonghi Lavarini, candidato indipendente alla camera dei deputati, ne La Destra del centro-destra, operatore nel settore immobiliare e discendente da una dinastia di costruttori (il bisnonno fondò nel 1927 la Società Edificatrice Immobiliare Milanese), ha ufficialmente sottoscritto il "Patto per l'edilizia" proposto dal presidente dell'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Paolo Buzzetti, al coordinatore della coalizione di centro-destra, Silvio Berlusconi. "L'edilizia, pubblica e privata, è l'unico vero volano delle economia e dello sviluppo. Bisogna riaprire i cantieri, rilanciale il mercato immobiliare e sbloccare tutto l'indotto, innanzitutto, con una drastica riduzione di tasse e burocrazia. L'edilizia, sopratutto in Italia, è rappresentata da decine di migliaia di professionisti, artigiani, tecnici, piccole e medie imprese che producono beni essenziali, lavoro, benessere diffuso, quindi anche giustizia sociale. Il governo Monti ha fatto solo gli interessi delle banche e dell'alta finanza internazionale. I compagni Bersani e Vendola, rimangono ancorati al loro recente passato comunista e non capiscono nulla di economia reale. Solo il centro-destra, nonostante tutte le sue carenze e gli evidenti errori del passato, può rappresentare, ancora una volta, gli interessi e le esigenze della sana borghesia produttiva del nord, dei proprietari di casa e della piccola e media impresa."
Un “Addendum per l'Edilizia”, come patto per la 17esima legislatura, è stato proposto dal presidente dell'Ance Paolo Buzzetti a Silvio Berlusconi, che ha partecipato oggi al primo degli incontri in programma nella sede dell’Associazione con i leader delle principali forze politiche in vista della prossima consultazione elettorale. Nel patto proposto alla politica per la prossima legislatura, illustrato dal presidente dell’Ance Paolo Buzzetti al leader del Pdl, si individuano quattro impegni con altrettante misure prioritarie da mettere in campo subito per consentire la ripresa del settore delle costruzioni, che, come si legge nel documento, “sta vivendo la crisi più grave dal Dopoguerra ad oggi”. Una crisi che, come ha ricordato il presidente Buzzetti, “vede trecentocinquantamila posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni da inizio crisi, 550mila con l'indotto” e “un vero e proprio boom di fallimenti delle imprese edili, ormai vicino alla cifra record di 10mila, destinata ancora a crescere”. “Credo che tutto quanto sia stato inserito in questo documento rispecchia le cose che possono essere fatte per arrivare in fretta ad un rilancio del settore”, ha dichiarato Berlusconi in relazione alle proposte contenute nell’“Addendum per l'Edilizia”. Il leader del Pdl ha inoltre garantito “un impegno, se governeremo il Paese, a fare un incontro serio” con i costruttori “per esaminare in profondità questi temi”. Questi i quattro i punti contenuti nell’addendum per “riaccendere, come si legge nel documento, il motore dell'edilizia”. In primo luogo “Pagare i lavori eseguiti”, con “un piano effettivo di pagamento di tutti i debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese per i lavori da queste eseguiti”; quindi “Garantire l’accesso alla casa”, con misure che vanno dalla promozione di strumenti finanziari per riattivare il circuito del credito, ad un piano pluriennale di edilizia sociale sostenibile, fino alla revisione della disciplina dell'Imu con l’eliminazione dell'imposta sugli immobili costruiti dalle imprese edili e non ancora venduti. ''Investire su sicurezza del territorio, scuole, infrastrutture'', è il terzo punto dell’addendum messo a punto dall’Ance, nel quale si propone anche che vengano riviste le regole del patto di stabilità interno e venga data immediata attuazione ai programmi infrastrutturali già finanziati dal Cipe. “Un piano per riqualificare le città” è l’ultimo dei punti del documento in cui si propone un riordino della normativa e degli incentivi fiscali e l’istituzione di un “ministro per la città” che superi la frammentazione delle decisioni. http://www.ance.it//net_ance/comunicazionedisistema.aspx?id=146&pid=-1&pcid=94&docId=9947