lunedì 19 maggio 2014

Anna GANASSINI di Camerati


 
Studioe libertà di scelta ci hanno portato nel futuro

 «Dalla vitamina PP all'antismagliature: una storia di intuizioni»

di Peppe Aquaro (Corriere della Sera, Economia, 15 maggio 2014)

L'arte d 'arrangiarsi? il titolo di un celebre film dei primi anni '50. Ma è stata soprattutto una filosofia di vita nel secondo Dopoguerra. Si ricostruiva l 'Italia con ciò che c'era, accontentandosi di poco. « Mio nonno Giuseppe ricordava che da queste parti scorreva l’acqua più limpida e trasparente di Milano » , dice Anna Maria Ganassini, quinta generazione del celebre istituto farmaceutico nato nel 1934 grazie al bisnonno Domenico. «Un tipo tosto, professore universitario a Pavia, cattedra di Chimica: fu lui a individuare la vitamina PP contro la pellagra, molto comune in quegli anni nella pianura padana», spiega la vicepresidente dell'azienda, affacciata alla finestra del suo ufficio, nella sede storica, con la scritta in pietra sul portone d’ingresso. Siamo a Porto di Mare, un pezzo di Milano fra archeologia industriale e nuove costruzioni. Negli anni' 70 la nascita di Rilastil e le recenti acquisizioni, come Korff, con un lab di 2.000 mq. Entrando nel palazzo Ganassini, si resta affascinati dal passato raccontato da foto e manifesti d'epoca. Si percepisce la missione di un' azienda che ha guardato sempre alla bellezza della salute  dalla Vitamidermina al brand Rilastil contro le smagliature, «nato nel  '72, sempre per un' intuizione di mio nonno, che diversi anni prima, a proposito dell' arte d'arrangiarsi, era stato capace di inventarsi la formula per lo Star double bitter, praticamente un aperitivo» , aggiunge la giovanissima signora, madre di Allegra (6 anni), Luigi (4) ed Emma (1).  Appena il papà di Anna Maria, Domenico "presidente della Ganassini Corporate" esce dalla stanza, la signora anticipa, sorridendo, la prevedibile domanda: «Come faccio a conciliare azienda e famiglia? Accompagno tutti i giorni i bambini a scuola, cercando di non passare per una succube della carriera». Dirlo, va bene, ma farlo non dev'essere una passeggiata. « Colazione al mattino con Marco, mio marito, e tutta la famiglia seduta a tavola  dove non devono mai mancare le fette biscottate con marmellata alle albicocche preparata in casa da mia suocera... » . E dopo? «Corsa in motorino fino in azienda, tra telefonate, appuntamenti e incontri. Ma alle sette di sera, tassativamente a casa, dai miei bambini». Sui ripiani dei mobili dell' ufficio, tra foto di famiglia, contenitori e dispenser delle recenti acquisizioni Ganassini, come la celebre Compagnie de Provence, oltre a tutte le declinazioni del mondo Korff " al quale è dedicato tutto il quarto piano, completamente nuovo, proprio sopra ai 2.000 metri quadri del laboratorio ", sporge il volume di una tesi di laurea su Caratteristiche e dinamiche del settore cosmetico in Italia. Per la serie, nessuno ti regala niente . «I miei primi quattordici anni in azienda sono partiti proprio da lì, dai temi sviluppati nel corso della tesi: sia mio padre Domenico che mia madre Valeria ci hanno inculcato un gran senso del dovere, dello studio, e poi libertà di scelta», ricorda Anna Maria. Quel senso del dovere che rischiava di non riconoscere il cambiamento dei tempi. «Rilastil è nato in un periodo, nei primi anni Settanta , in cui il settore farmaceutico navigava in cattive acque. Occorreva trasferire tutto il nostro know-how nella cosmesi». In pratica, essere sempre pronti, sani ed elastici. Come da slogan. «Fino a un certo punto » , obietta la Ganassini, che precisa: «Dietro quelle parole, si nascondono certezze per la donna di oggi: è infatti sempre più importante prendersi cura di se stesse, seguendo un corretto regime alimentare e sportivo » . Anche se la sportiva in famiglia è la sorella minore Benedetta, campionessa di equitazione e molto spesso a casa della maggiore nella stanza palestra. «Cascasse il mondo, tutti i lunedì sera facciamo Pilates . Ti mantiene in forma ed è anche un po' meditativo ». Il segreto sta nel riuscire ad eseguire gli esercizi con la piccola Emma sulla schiena. Lei, da buon ariete, testarda, ce la fa. «La testimonial ideale? Firmerei un assegno in bianco a Gwyneth Paltrow». Forse è per questo che alla domanda su che cosa faccia molto male alla bellezza, risponde senza dubbio: l’arroganza . «E mi impongo testardamente di non reagire». Se si tratta di rilassarsi o farsi delle coccole, pochi dubbi: «Gocce Rilastil al mattino, e un tocco di smalto rosa fucsia alle mani, prima di uscire; a volte mi aiuta la grande di casa, Allegra ». Fine giornata tra cinema, spesso alla tv («amo Di Caprio e la Paltrow: il primo meriterebbe l'Oscar, e alla Gwyneth farei firmare un assegno in bianco come testimonial dei nostri brand»), e due, tre pagine al massimo prima di addormentarsi , «tra la poesia narrativa» di Oceano Mare di Baricco. «Anche questa è bellezza ».
 
.............................................................................
 
Intervista radiofonica a Radio 24 del Sole 24 Ore, Voci d'impresa:
 

 

lunedì 12 maggio 2014

Documento Politico di Progetto Nazionale.

 
 
PROGETTO NAZIONALE
Documento politico 2014
 
La campagna elettorale in vista del voto del 25 maggio 2014 per le elezioni europee dovrà necessariamente ed ineludibilmente rimarcare la soglia di demarcazione tra le differenti forze in campo.
Questo non solo sul piano mediatico, oggi più che mai, lo scontro rimane acceso tra chi intende continuare a sostenere questo modello d’Europa, accettandone supinamente i diktat con conseguenti ripercussioni sul piano economico e sociale e tra chi vuole intraprendere la via dello strappo a tutti i costi, spesso in maniera scriteriata e, molto probabilmente, anche dolorosa, sostenendo le proprie motivazioni solo ed esclusivamente attraverso slogans demagogici e senza alcun supporto di un reale progetto politico alternativo.
Tra questi due fronti, va sempre più ad affermarsi la forza di chi crede in un progetto europeo, di chi crede in un’Europa le cui fondamenta devono essere consolidate sul piano politico e non meramente su quello  finanziario e monetario, un’Europa federazione di singole realtà nazionali che abbiano la forza e la dignità di salvaguardare i propri interessi senza ledere quelli di altri, di chi crede in un’Europa in cui possiamo rimanere come di protagonisti e non certamente quali oggetto di altrui decisioni.
Non possiamo accettare chi dice sì all’Europa a prescindere, così come riteniamo irresponsabile chi, a prescindere, rigetti ogni forma di europeismo in nome di chissà quali alternative poi incapaci di offrire.
Innanzi ai tanti fronti del No all’Europa, soprattutto privi di soluzioni concrete e percorribili, rimarchiamo la nostra posizione per un’altra Europa, ma nello stesso tempo occorre esser pragmatici e realisti in quanto oggi facciamo parte di questa Europa e, pur non apprezzandola, spetta proprio a noi cercare di migliorarne le condizioni.
Ogni paese cerca, in un coacervo di vincoli e parametri imposti dalle commissioni e dalle pressioni provenienti da varie lobby, di salvaguardare i propri interessi.
Germania, Francia e altri soggetti ci sono riusciti proprio, spesso e volentieri, a discapito dell’Italia.
Molto probabilmente perché fino ad ora, a rappresentarci in Europa, mandiamo per lo più rappresentanti improduttivi, pluri-assenteisti, gli scarti dei singoli parlamenti nazionali; risultano incapaci ed improduttivi molti parlamentari nazionali, figuriamoci i trombati e le seconde linee che mandiamo a Bruxelles e a Strasburgo.
E’ anche vero che l’organismo del Parlamento Europeo detiene limitatissime capacità decisionali, ma è altrettanto provato che i rappresentanti nazionali devono iniziare ad andare in Europa a far la voce grossa, al fine di cercare di salvaguardare e promuovere gli interessi dell’Italia.
Occorre mettere mano ai Trattati capestro che sono stati irresponsabilmente sottoscritti a condizioni insostenibili; dobbiamo rinegoziare i parametri di Maastricht, rigettare le imposizioni del Fiscal Compact e del Mes; così come ridiscutere dalle fondamenta il Trattato di Lisbona.
Senza perseguire questi obiettivi, difficoltosi ma percorribili solamente se sospinti da una sana volontà politica di chi eleggeremo in Europa, non possiamo parlare ed auspicare un rilancio dell’intero sistema economico-produttivo; proprio perché continuiamo ad accettare supinamente in primo luogo politiche monetarie che ci costringono ad una perpetua sudditanza nei confronti di altri paesi e soprattutto a drenare le risorse di imprese e famiglie sempre più in carenza di ossigeno.  
La  questione monetaria diventa quindi fondamentale e, in attesa di un cambio di rotta a livello comunitario, rimane esclusivamente l’esigenza di adottare misure immediate ed efficaci sul piano nazionale; in particolar modo alla luce del fatto che metà del debito pubblico sul mercato internazionale espone l’Italia ad ogni tipo di ricatto da parte del sistema bancario, delle agenzie di rating e della BCE, un’istituzione la cui proprietà, in grande maggioranza, è in mano alle banche private. Senza la riconquista di una completa e operativa sovranità monetaria e di un ricollocamento del debito pubblico all’interno dell’economia italiana, qualsiasi tentativo di uscire dalla crisi è destinato al fallimento. Qualsiasi alternativa, qualsiasi cambiamento non può avere efficacia. Alla  luce di tutto ciò, considerando il fatto che ogni anno lo Stato italiano, quindi i cittadini, devono versare nelle casse delle banche detentrici dei nostri titoli di Stato miliardi di euro che vengono sottratti a famiglie e ad imprese, costrette a subire un costante aumento della pressione fiscale; in considerazione che lo stesso Stato italiano, per accordi comunitari, non può ricorrere all’emissione monetaria diversa dall’euro, che rappresenterebbe comunque la miglior soluzione; si può ricorrere, nel rispetto dell’art. 123 comma 2 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), all’istituzione di una banca pubblica di interesse nazionale (si potrebbe utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti), accedendo alla liquidità offerta dalla BCE al tasso attuale dello  0,25%, tasso di gran lunga inferiore rispetto a quello offerto dal mercato finanziario, e utilizzare questa liquidità per ri-finanziare l’intero sistema economico produttivo affetto da un grave stato di anemia monetaria, oltre a ridurre il debito pubblico; il tutto senza ledere alcun trattato ed utilizzando sempre l’euro. Molto meglio indebitarsi con la BCE allo 0,25%, piuttosto che con i mercati al tasso del 5-6%, perseguendo una strada percorribile fin da subito.
Unitamente a questa proposta, che non va sicuramente ad incidere sull’anomalia sistemica legata ai meccanismi di emissione monetaria, ma consente notevoli benefici volti al rilancio del tessuto economico interno; rimane necessario considerare la formazione di una società di rating europea a partecipazione italiana in proporzione al Pil, a nomina e controllo politico, slegandosi dalle società private controllate dalle stesse banche che detengono i titoli di Stato; controllare la spesa pubblica tramite la creazione di parametri di efficienza minima riguardo l’erogazione di tutti i servizi pubblici che devono essere soddisfatti prima di dirottare il denaro pubblico verso spese non indispensabili.
Il nuovo corso dell’Europa dovrà passare necessariamente da un’inversione di tendenza rispetto alla mera visione economicistica che l’ha fino ad ora caratterizzata e focalizzare il proprio operato su di una vera e propria realizzazione di una Confederazione di Stati che non rischino di annullare le singole individualità, bensì di divenire parte organica di un soggetto politicamente forte ed economicamente indipendente nel rispetto di una sintesi delle singole realtà aderenti. Il progetto potrebbe risultare perseguibile attraverso una stretta collaborazione e coordinamento di aree omogenee basate sulle tratte Parigi-Berlino-Mosca; Roma-Budapest-Kiev; Madrid-Roma-Atene che potrebbero consolidare scelte strategiche sul piano economico-commerciale anche in funzione internazionale. Innanzi a questo scenario, anche una valuta come l’euro non potrà più essere mero strumento di concentrazioni finanziarie che attualmente dirigono la politica; ma assurgere al suo naturale ruolo di mezzo di scambio per incrementare la produzione in un mercato organico ed autoalimentato salvaguardando, in piena armonia dell’interesse comunitario, le singole esigenze dei Paesi aderenti, senza che ne vengano calpestati i diritti. Allora sì che potremmo iniziare a parlare della concreta e reale costruzione dell’Europa dei popoli e delle Patrie, nel rispetto dei singoli componenti, dove l’Italia in primis potrebbe ricoprire il proprio naturale spazio geopolitico improntato al Mediterraneo, iniziando ad avanzare un ruolo primario, in sede europea, nelle cooperazioni economiche, commerciali e culturali. Nel naturale destino culturale, geografico e strategico, oltre che storico.
In quest’ottica, occorre necessariamente ripartire dal territorio e da chi oggi lo rappresenta nel miglior modo possibile; da chi, con responsabilità e maturità politica, ha sempre cercato risoluzioni ad ogni problematica attraverso vie percorribili; così come in Europa potrà fare da cassa di risonanza per gli interessi nazionali, rivendicando il primato del Paese tra gli squali di Bruxelles e di Francoforte.
Solo chi ha dimostrato di saper difendere i reali interessi dei suoi cittadini in nome del Sociale può rappresentare una garanzia per il proprio Paese di fronte alle pressioni di chi ha voluto fino ad ora mantenere un’Europa tanto vicina ai mercati ed alle banche, quanto sempre più lontana dalle esigenze di milioni di europei che non si riconoscono in questo disegno che osteggia la volontà ed il destino dei popoli. Anche in Europa, quindi, noi siamo con Flavio Tosi!
 
ASSOCIAZIONE PROGETTO NAZIONALE